Alex Piantoni

osteopata

"IL COMPITO DELL'OSTEOPATA E' DI TROVARE LA SALUTE CHIUNQUE E' IN GRADO DI TROVARE LA MALATTIA"

(A.T. Still - padre dell'osteopatia)

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Alex Piantoni - osteopatia



OSTEOPATIA

Cos'è l'osteopatia (definizione da libro)

L'OSTEOPATIA è una medicina manuale classificata tra le medicine non convenzionali. Condivide con la medicina convenzionale gran parte delle conoscenze medico-biologiche, ma utilizza un diverso sistema di valutazione del paziente, definito analisi osteopatica. Questo sistema di valutazione è differente dalle valutazioni di carattere diagnostico tipiche dell'atto medico e utilizza, tra l'altro, una diversa terminologia rispetto a quella strettamente medica. Lo scopo consiste nel mettere in evidenza la presenza di disfunzioni osteopatiche, ovvero di distretti corporei con restrizione dei movimenti fisiologici, da cui possono originare molte delle più comuni manifestazioni cliniche che interessano il sistema muscolo scheletrico e gli altri apparati.
L'osteopatia affronta queste ultime mediante opportune metodiche manuali, aventi come obiettivo la normalizzazione eziologica e non sintomatica delle disfunzioni della persona, senza esprimere giudizi diagnostici e\o consigli terapeutici tradizionali.

Cos'è l'osteopatia
(definizione di Viola Frymann)

Cos'è l'osteopatia? Cosa intendiamo con questo termine? Non mi riferisco solo all'aspetto filosofico, vago, ma alla sua applicazione pratica e concreta. Per capire meglio partiamo dai concetti della medicina.
La medicina si occupa di un problema specifico, di un disturbo che interessa un organo o una qualsiasi altra parte del corpo, e concentra l'attenzione su quello. I metodi usati possono essere molto più potenti e analitici, ciononostante il concetto è sempre diretto ad un area particolare. Dal punto di vista terapeutico lo scopo è quello di somministrare qualcosa che contrasti la manifestazione del disturbo: per l'insonnia un tranquillante; se non si riesce a stare svegli, un eccitante; per la diarrea una medicina che fermi l'intestino e cosi via. Il nostro pensiero nella sfera medica non è cambiato molto. I batteri vengono attaccato con gli anitibiotici, la depressione con gli antidepressivi, la congestione con i decongestionanti; sostanze sempre più tossiche e potenti con le quali combattere le manifestazioni dei sintomi.
Invece l'osteopatia considera la malattia come un insieme di effetti, le cui cause primarie si trovano da qualche parte all''interno dell'essere umano nella sua INTEREZZA.
Questa teoria venne enunciata da Andrew taylor Still (1828/1917), un medico che impotente aveva visto morire di meningite spinale tre membri della sua famiglia da lui molto amati, Still cercò, studiando l'anatomia umana, una risposta ai problemi della salute e della malattia.
La teoria che emerse e che avrebbe successivamente preso il nome di osteopatia si caratterizza per quattro aspetti fondamentali:

1) l'UNITA' DINAMICA DEL CORPO UMANO
Non è sufficiente esaminare un organo disturbato, un articolazione o una regione dolorante. Tale area di disfunzione o disordine è in rapporto con ogni altra parte del corpo. Pressati dal tempo, si tende a concentrarsi sul sintomo di cui il paziente si lamenta, il luogo del dolore, dimenticando che questo può essere l'apice della piramide. Se vogliamo veramente aiutare il paziente è doveroso scoprire in che modo l'area che manifesta il problema è collegata alla vera causa. Il dottor Still parlò spessissimo del "cercare la causa dietro gli effetti. Il disturbo è l'effetto. L'interazione esistente tra tutte le parti del corpo umano è facilmente rilevabile con le mani. L'anatomia del corpo è legata al sistema circolatorio, respiratorio, linfatico e nervoso. L'apparato digerenteè legato a tutti i sistemi suddetti. Non è giustificabile pensare a questo corpo come a un solo organo o un'unica regione. Il tutto è sempre maggiore della somma delle parti.

2) IL CORPO HA CAPACITA' DI AUTOGUARIGIONE
Forse il più radicale insegnamento del dottor Still è stato che il corpo ha in se stesso la facoltà di autoguarigione. Questa fu una rivoluzione nella filosofia comunemente accettata a quei tempi. Persino oggi conserviamo la tendenza ad ignorare questo concetto. Se ci feriamo un dito, il medico disinfetterà la ferita, cercherà di far combaciare i lembi del taglio, applicherà i punti e lo fascerà per non farlo infettare. Non c'è altro nient'altroche egli possa fare per curare quella ferita sul dito. Ma se la forza terapeutica non funziona a dovere nel corpo, la ferita non si rimarginerà. Questo concetto riguarda tanto una piccola lacerazione, quanto un importante frattura, una grave infezione, un aberrazione mentale o un deficit di sviluppo. La forza terapeutica nasce dentro al paziente. Per cui è imperativo che ci mettiamo in sintonia con la forza terapeutica nel paziente, eliminiamo gli ostacoli al suo libero funzionamento ed infine lavoriamo con essa.

3) INTERRELAZIONE TRA STRUTTURA E FUNZIONE
La grande acutezza di A.T. Still gli permise di cogliere la relazione struttura e funzione in contesti che altri non prendevano nemmeno in considerazione, alcuni neuromuscoloscheletrici, molti no. A un certo punto, azzardò con coraggio che tutte le malattie potessero ricondursi all'effetto di un'alterazione della relazione struttura-funzione: "LA MALATTIA E' IL RISULTATO DI ANOMALIE ANATOMICHE A CUI FA SEGUITO UNA PERDITA DELL'ARMONIA FISIOLOGICA".

4) UNA TERAPIA RAZIONALE POGGIA SULLA COMPRENSIONE DEI PRINCIPI BASE DELL'UNITA' DEL CORPO, DELL'AUTOREGOLAZIONE E DELL'INTERRELAZIONE DI STRUTTURA E FUNZIONE
La chiave per un'efficace applicazione dei principi è la consapevolezza del fatto che ciò che noi identifichiamo e definiamo malattia non è l'invasione dell'ospite da parte di una entità eziologica in qualche modo classificabile , ma è piuttosto una caduta della capacità di automantenimento del corpo. Ecco una delle sue asserzioni più colorite di A.t.Still: "appare perfettamente ragionevole a chiunque sia nato al di sopra della condizione dell'idiota, e abbia familiarizzato con l'anatomia e con il suo funzionamento nella macchina della vita, che tutte le malattie sono puri effetti, mentre la causa è un incapacità parziale o totale da parte dei nervi di condurre adeguatamente i fluidi vitali. Su questa pietra ho costruito e sostenuto l'Osteopatia per venticinque anni. Giorno dopo giorno, le prove che questa filosofia è corretta diventano sempre più forti!"

L'Osteopatia non prevede in alcun caso la prescrizione di rimedi farmacologici, che è di competenza strettamente medica. Si tratta in altri termini di una pratica che non mira a sopprimere un sintomo ma che tende al potenziamento delle strutture corporee, in modo da esaltare la loro capacità di compenso, di mantenere e recuperare lo stato di salute e di consentire al soggetto di pervenire ad un riequilibrio generale. L'osteopatia, quindi, non essendo una pratica che si rivolge al sintomo e avendo come principio di base la ricerca della causa delle varie manifestazioni cliniche, rappresenta un valido strumento nell'ambito della prevenzione.

Quando rivolgersi ad un osteopata?

  • quando si ha un problema funzionale e non strutturale; è il classico esempio di quando il dottore dopo una serie di esami ci dice “lei non ha niente“ nonostante noi continuiamo ad accusare dolore e/o difficoltà motorie
  • quando si ha un problema strutturale che non si riesce a risolvere con la fisioterapia o coi medicinali; questa casistica riguarda sia i problemi dell'apparato muscolare, osteo articolare che problematiche viscerali, cafelee o emicranie e articolazione temporo mandibolare
  • per problemi legati all'attività sportiva; negli anni ho seguito vari sportivi di diverse discipline, ottenendo un‘ottima esperienza sulle problematiche muscolari e tendinee, nonchè una capacità di analizzare e comprendere i problemi legati alla biomeccanica della corsa
  • in caso di problemi cronici per migliorare la qualità della vita

In generale si può riprendere la famosa frase di W.G. Sutherland" non ci sono limiti nell'osteopatia ma solo nell'operatore" questo per dire che non esiste un campo in cui l'osteopata non possa intervenire perchè non lavora sulla malattia ma sulla salute.

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